Oggi, memoria della Beata Elisabetta della Trinità, vogliamo ricordarla con un brano tratto dai suoi scritti in occasione del ritiro da lei vissuto nel luglio 1906.
“Se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola e mio Padre l’amerà e verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora.” Ecco il Maestro che ci manifesta ancora il suo desiderio di abitare in noi. “Se qualcuno mi ama!” L’amore, ecco ciò che attira, che trascina Dio alla sua creatura. Non un amore di sensibilità, ma quell’amore “forte come la morte e che le grandi acque non possono estinguere.” Perché amo il Padre, faccio sempre ciò che a lui piace.” Così parlava il Maestro santo ed ogni anima che vuol vivere a contatto con lui, deve vivere anch’essa questa massima. Il beneplacito divino deve essere il suo nutrimento, il suo pane quotidiano, deve lasciarsi immolare da tutte le volontà di Dio ad immagine del suo Cristo adorato. Ogni circostanza, ogni avvenimento, ogni
sofferenza come ogni gioia è un sacramento che le dà Dio. Così essa non fa più differenza tra le cose, le scavalca. Le oltrepassa per riposarsi, al di sopra di tutto, nel suo Maestro stesso. Lo innalza ben alto sulla montagna del suo cuore. Si, più in alto dei suoi doni, delle sue consolazioni, più in alto delle dolcezze che piovono da lui. La caratteristica dell’amore è di non ricercare mai se stesso, di non riservarsi nulla, ma di dare tutto a colui che si ama. Beata l’anima che ama nella verità. Il Signore è divenuto suo prigioniero d’amore!
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