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E’ Lui che chiama, che invita, è Lui che sta realizzando il suo progetto…

Il 19 ottobre è un giorno particolarmente caro a tutta la nostra Famiglia religiosa. In questo giorno nel 1987 papa Giovanni Paolo II ha beatificato la nostra fondatrice Teresa Maria della Croce. Da ora in poi per me questa data rimane legata anche con un altro evento: il mio primo sì “ufficiale” al Signore. Questa bella coincidenza è stata ancora più sottolineata per il fatto che la liturgia del giorno della mia professione ci proponeva le stesse letture di 27 anni fa nel giorno della beatificazione di Bettina.  Nel vangelo Gesù offre ai discepoli la parabola della necessità di “pregare sempre senza stancarsi mai.” E finisce con la domanda inquietante: “Ma il Figlio dell’uomo quando verrà, troverà ancora fede sulla terra?” Questo brano evangelico tocca il cuore della vocazione carmelitana: pregare sempre. Cioè fare sì che la nostra stessa vita diventi preghiera e testimonianza credibile del Signore “alla cui presenza io sto” (1. Re 18, 15).

Il mistero di questa meravigliosa vocazione però non è nelle capacità dell’uomo o nella sua bravura. Io mi rendo conto che davanti a un ideale così grande non mi rimarrebbero che le mani vuote.  Nella verità di me stessa dovrei dire: non è per me, io non ce la faccio, mi dispiace. Grazie a Dio non sono io che ho scelto questa strada, è Lui che chiama, che invita, è Lui che sta realizzando il suo progetto che sorpassa me e le mie capacità. Perciò il sì del giorno della mia prima professione è soprattutto una risposta. Una risposta all’Amore di Dio che mi ha incontrata e tanto sorpresa. E’ frutto di un lungo cammino di ricerca della verità e di lotta per la fede, di discernimento della volontà di Dio e di tanti altri sì precedenti, più piccoli e più nascosti. Il bello è che non sono arrivata alla meta ma all’inizio di un nuovo cammino. Seguire il Signore è una vera avventura che apre sempre delle strade nuove e delle possibilità inaspettate.  Sì, con la mia professione comincia una nuova tappa della strada già intrapresa, ora però non più da persona “single”, non più con la porta aperta per tornare indietro, ma da uno che ha trovato il suo posto, che ha detto sì sul serio, che appartiene a Qualcuno e vuole appartenerGli per sempre. Questo fatto che all’inizio del mio cammino di discernimento mi spaventava, ora mi dà grande gioia.

Si, la gioia e la pace sono le mie compagne di questi bei giorni. La gioia dell’appartenere al Signore e alla mia nuova famiglia è stata ancora più grande perché potevo condividerla con alcuni familiari e amici della Repubblica Ceca che con il mio padre spirituale di Praga sono venuti in Italia a sostenermi e a fare festa con me. Ringrazio il Signore per tutti i Suoi doni e ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla celebrazione, che hanno fatto festa con me, tutti quelli che mi hanno sostenuto con la preghiera.

Soprattutto ringrazio le mie sorelle che mi hanno fatto un’accoglienza bellissima e mi hanno fatto sentire in famiglia.

Suor Irena del Volto Santo

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