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MESSAGGIO PER IL 450° ANNIVERSARIO FONDAZIONE DEL CARMELO

Il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire un messaggio al Vescovo Jesús Garcia Burillo, di Avila (Spagna), in occasione del 450° anniversario della fondazione del monastero di San José di Avila e l'inizio della riforma del Carmelo ad opera di Santa Teresa di Gesù. Ecco alcuni stralci:

"La riforma del Carmelo, il cui anniversario ci ricolma di gioia interiore, nasce dalla preghiera e tende alla preghiera. Nel promuovere un ritorno radicale alla Regola primitiva, allontanandosi dalla Regola mitigata, Santa Teresa di Gesù intendeva promuovere una forma di vita che favorisse l'incontro personale con il Signore, per la quale è necessario 'porsi in solitudine e guardare dentro di sé, e non allontanarsi da tanto Buon Ospite".

"Santa Teresa propose un nuovo stile di vita carmelitana in un mondo nuovo. Quelli furono 'tempi duri. E in quei tempi, come disse questa Maestra di Spiritualità (...) 'Sta ardendo il mondo, vogliono tornare a condannare Cristo, vogliono radere la sua Chiesa al suolo. No, sorelle mie, non è tempo di trattare con Dio argomenti di poca importanza. Non ci risulta familiare, nella congiuntura in cui viviamo, una riflessione tanto luminosa e che ci interpella, fatta più di quattro secoli orsono dalla Santa mistica?".

"Il fine ultimo della Riforma teresiana e della creazione di nuovi monasteri, in un mondo povero di valori spirituali, era nutrire con la preghiera l'azione apostolica; proporre un modo di vita evangelica che fosse modello per coloro che cercavano una via di perfezione, convinti che ogni autentica riforma personale ed ecclesiale riproduce ogni volta meglio in noi stessi la 'forma' di Cristo. (...) Anche oggi, come nel secolo XVI, e fra rapide trasformazioni, proprio la preghiera è l'anima dell'apostolato, perché risuoni con chiarezza e grande dinamismo il messaggio redentore di Gesù Cristo. È urgente che la Parola di vita vibri nelle anime in forma armoniosa, con note sonore e attraenti".

"In questa appassionante missione, l'esempio di Teresa d'Avila ci è di grande aiuto. Possiamo affermare che, nella sua epoca, la Santa evangelizzò senza tiepidezza, con vivido ardore, con metodi lontani dall'inerzia, con espressioni soffuse di luce. Tutto ciò conserva la sua freschezza nel mondo attuale, che sente l'urgenza che i battezzati rinnovino il cuore attraverso la preghiera personale centrata anche seguendo il dettato della mistica d'Avila, nella contemplazione della Sacratissima Umanità di Cristo come unica via per incontrare la gloria di Dio".

"La forza di Cristo condusse la Santa d'Avila a raddoppiare le iniziative perché il popolo di Dio riscoprisse il suo vigore nell'unica forma possibile: dando spazio nel proprio intimo ai sentimenti del Signore Gesù, cercando in ogni circostanza di vivere in modo radicale il suo Vangelo. Il che significa, innanzitutto, consentire che lo Spirito Santo ci renda amici del Maestro e ci configuri in Lui. Significa anche accogliere tutti i suoi mandati e adottare in noi criteri tali come l'umiltà di vita, la rinuncia al superfluo, il non far torto agli altri e procedere con semplicità e mansuetudine di cuore. Così quelli che ci circondano, percepiranno la gioia che nasce dalla nostra adesione al Signore, dal non anteporre niente al suo amore, essendo sempre disposti a dar ragione della nostra speranza".

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