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Non bisogna tacere di fronte al male

«Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone»  (Eb 10,24)

 La Quaresima ci offre ancora una volta l'opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l'aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. E' un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale. Con queste parole Benedetto XVI ha introdotto il messaggio per la Quaresima 2012.

Vi è un richiamo profondo alla responsabilità verso il fratello, in un epoca segnata dall’indifferenza, dal disinteresse, sono atteggiamenti, come precisa il Papa , che nascono dall’ egoismo  mascherato da una parvenza di rispetto per la “sfera privata”. Il vero cristiano è chiamato oggi a porre la sua attenzione al bene dell’altro, questo ci chiede Dio di essere «custodi» dei nostri fratelli (cfr Gen 4,9). La custodia appartiene ai diversi aspetti della vita  della persona: fisico, morale e spirituale. L’importanza sottolineata dal Papa  della correzione fraterna in vista della salvezza eterna è una premura particolare al bene spirituale dell’individuo.

Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato (cfr Mt18,15). Non bisogna tacere di fronte al male. Il rimprovero cristiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recrimina-zione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello. Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità. E’ un grande servizio quindi aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi.

Dobbiamo riscoprire il dono della reciprocità, di un esistenza che mai è individuale ma sempre correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male.

"Per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone": camminare insieme nella santità.

 L'attenzione reciproca ha come scopo il mutuo spronarsi ad un amore effettivo sempre maggiore, «come la luce dell'alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio» (Pr 4,18), in attesa di vivere il giorno senza tramonto in Dio. Il tempo che ci è dato nella nostra vita è prezioso per scoprire e compiere le opere di bene, nell’amore di Dio. Così la Chiesa stessa cresce e si sviluppa per giungere alla piena maturità di Cristo (cfr Ef 4,13). In tale prospettiva dinamica di crescita si situa la nostra esortazione a stimolarci reciprocamente per giungere alla pienezza dell'amore e delle buone opere.

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