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“Siate madri !” E’ con questo forte ed essenziale invito che Papa Francesco si rivolge alle ottocent



“Siate madri !” E’ con questo forte ed essenziale invito che Papa Francesco si rivolge alle ottocento consacrate che partecipano all’assemblea dell’Unione delle Superiore Generali (Uisg).

Invito che tocca la verità più profonda dell’essere donna: la sua maternità, intesa come capacità divina di generare vita, di generare alla Vita… attraverso un amore sollecito e vivificante intriso di tenerezza, comprensione, abnegazione.

Insieme di requisiti spirituali che non sono vincolati entro i confini del matrimonio e della maternità fisica, ma del loro effetto può beneficiare ogni persona. Infatti, ovunque ella si trovi a fianco di un essere umano bisogno, ovunque aiuti una creatura umana a crescere, ad affrontare la vita con coraggio, a raggiungere il proprio compimento: fisico, spirituale, psichico, ella è Madre.

E’ commovente constatare come i bambini che si trovano nella Piccola Casa Famiglia di San Giuda Taddeo in Roma (tenuta delle suore Carmelitane di Santa Teresa di Firenze), possono godere di questa maternità spirituale.

In casa  famiglia le  suore dedicano la loro vita ai piccoli che portano sofferenze e ferite che li sovrastano e confondono.  Bambini che hanno un radicale bisogno di riposare in  cuori caldi e materni per trovare sicurezza, accoglienza e amore.

Bambini nei cui occhi si  legge  nitidamente la paura, la tristezza, la rabbia, perché si sentono soli e diversi degli altri…

Bambini che esprimono il  dolore con tutto il loro essere -compreso il comportamento-  e in cui si cela la richiesta di essere saggiamente interpretato e accolto da cuori materni,  perché è nella misura in cui viene accolto dall’altro, nelle sue svariate forme, che non fa più paura e può  essere a loro volta accettato e in seguito elaborato.

Diversamente “ci si imbatterà in essere umani introversi, diffidenti che mostreranno storture e guasti nel carattere, perché è venuto meno l’amore della madre o di chi era chiamato a farne le veci” (Edith Stein).

Le suore  quindi sono lì per loro, come una madre è per il proprio figlio quale presenza ferma e amorevole sotto il cui influsso il bimbo prospera come una pianta sotto il tepore del sole.

Così è davvero piacevole conoscere la gioia mattutina di una bimba che si  era  addormentata  stringendo fortemente la mano della mamma-suora, perché  non riusciva a dormire  a causa della brutta paura.  Oppure sentire che assaporano l’amorevole  presenza di Colei che prepara loro la camomilla o  le accompagna a scuola. Come pure assistere alla gioia grata per aver visto un film significativo  capace di far vibrare il loro piccolo  cuore, toccando quelle fibre  belle e divine.

Un  calore  dunque  offerto attraverso mille gesti quotidiani ed essenziali che si imprimeranno nella loro memoria e a cui  attingeranno quando, nel futuro, avranno bisogno di  riscoprire la speranza  che dà  il coraggio di vivere in modo alto, in modo significativo.

Esso sarà il riflesso dell’amore di Dio per loro, amore  incontrato  attraverso volti  concreti  che hanno valorizzato le loro  persone elevandole al sentimento delle propria dignità, in quanto figlie amate dal Padre Celeste che conta persino i capelli del loro capo.

Allora anche questi bimbi un giorno “potranno andare per la strada liberi, determinati e schietti, perché hanno gustato il sole dell’ infanzia: un sano amore materno” ( Edith Stein).

Pertanto, Papa Francesco  invita le persone consacrate a fare esperienza di questa maternità spirituale, a non rinunciare “alla gioia della fecondità ”,  una fecondità di cui  il mondo ha bisogno…

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