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Lo sguardo a Cristo

Aggiornamento: 4 mar 2020

Come in tutte le diocesi i consacrati/e si radunano attorno al loro Vescovo per festeggiare la Festa della Presentazione del Signore al tempio, così anche noi a Roma ci siamo riuniti attorno al nostro Vescovo Papa Francesco nella Basilica Vaticana di S. Pietro. È stata una celebrazione molto ricca: dalla presenza del Santo Padre e dalla presenza di tanti diversi consacrati e consacrate.

Tanti volti, tanti colori e tanta diversità. Ma ciò che ci unisce è molto più forte: Gesù Cristo.

Nel cuore della Piazza di S. Pietro non puoi più sentirti ospite o straniero, ma ti senti felice di appartenere alla Chiesa Cattolica e l’hai come Madre.

Con un sentimento di gratitudine abbiamo iniziato la celebrazione della Santa Messa con Papa Francesco che con tenera voce ha acceso in noi il fuoco dell’amore del Signore e ci ha invitato ad essere consapevoli del grande dono della nostra chiamata alla vita consacrata : “Non ci siamo meritati la vita religiosa, è un dono di amore che abbiamo ricevuto.” Inoltre ci ha ricordato che la vita consacrata è una visione: “Ecco che cosa vedono gli occhi dei consacrati: la grazia di Dio riversata nelle loro mani. Il consacrato è colui che ogni giorno si guarda e dice: “Tutto è dono, tutto è grazia”.


Il Papa ci ha consigliato di abbandonare lo sguardo mondano, che non vede più la grazia di Dio come protagonista della vita, e di tenere lo sguardo fisso nel Signore. Per aiutarci Francesco ci ha consegnato un esercizio da fare, ovvero chiederci ogni giorno:

“Io, a chi oriento lo sguardo: al Signore o a me?”.

E poi continua: “Per avere lo sguardo giusto sulla vita chiediamo di saper vedere la grazia di Dio per noi, come Simeone. Il Vangelo ripete per tre volte che egli aveva familiarità con lo Spirito Santo, il quale era su di lui, lo ispirava, lo smuoveva. Aveva familiarità con lo Spirito Santo, con l’amore di Dio. La vita consacrata, se resta salda nell’amore del Signore, vede la bellezza. Vede che la povertà non è uno sforzo titanico, ma una libertà superiore, che ci regala Dio e gli altri come le vere ricchezze. Vede che la castità non è una sterilità austera, ma la via per amare senza possedere. Vede che l’obbedienza non è disciplina, ma la vittoria sulla nostra anarchia nello stile di Gesù.”

Infine il Santo Padre ci ha invitato ad andare all’incontro del nostro prossimo anzitutto nella propria comunità, nel posto dove viviamo, accogliendo i fratelli e le sorelle con le loro povertà, come Simeone accolse Gesù semplice e povero spiegandoci che I religiosi e le religiose, uomini e donne che vivono per imitare Gesù, sono chiamati a immettere nel mondo il suo stesso sguardo, lo sguardo della compassione, lo sguardo che va in cerca dei lontani; che non condanna, ma incoraggia, libera, consola, lo sguardo della compassione …

Lo sguardo dei consacrati non può che essere uno sguardo di speranza.

Alla conclusione dell’omelia Francesco ci ha richiamato dicendo: “Cari fratelli e sorelle, ringraziamo Dio per il dono della vita consacrata e chiediamo uno sguardo nuovo, che sa vedere la grazia, che sa cercare il prossimo, che sa sperare. Allora anche i nostri occhi vedranno la salvezza.”


È stata un grazia grande partecipare a questa celebrazione e incontrare tanti volti che condividono la gioia della consacrazione religiosa. Siamo uscite dalla Basilica piene di gioia ed entusiasmo, ma soprattutto di gratitudine al Signore per il dono della vita consacrata.

Le due juniores di Roma








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